sabato 10 dicembre 2011

9. Storia della pedagogia: IL TRAMONTO DELLA POLIS


Molti autori come Platone e i suoi successori cercarono una risposta alla crisi della polis:

SENOFONTE: scrisse la "Ciropedia" nella quale l'imperatore Ciro di Persia rappresenta il modello d'uomo e di monarca; la pedagogia diretta dallo stato consiste nella giustizia, nella severità, nel dominio di se' e nell'obbedienza; dai 16 ai 25 anni i ragazzi servono lo stato ricevendo un addestramento militare, oltre che lo sviluppo dell'intelligenza creativa.

ISOCRATE: rifiuta la paideia sofistica, perchè priva di impegno morale, ritiene che la retorica sia la vera filosofia, in quanto esprime la cultura nella sua totalità. Una nuova classe politica è possibile ma fuori dalle astrattezze della metafisica, contano la formazione a uomo colto, ponderato, riflessivo, con esperienza di studio e di vita (la saggezza che non ha pretese di scienza ma è concreta).

ARISTOTELE: scrisse " Etica nicomachea " e " Politica ". La pedagogia viene intesa come un sapere pratico e trasversale piuttosto che una scienza; dunque ogni soggetto da educare è unico e va considerato nella sua integralità psicofisica per promuovere lo sviluppo di qualcosa che è già presente in lui. La psiche umana è tripartita: vegetativa, appetitiva, intellettiva. La seconda e la terza possono essere oggetto di educazione mentre il bene da realizzare riguarda la nostra volontà (virtù etiche) e la nostra ragione (virtù dianoetiche). Inoltre l'educazione deve seguire la natura, fondarsi sull'esperienza e l'osservazione, deve raggiungere il giusto mezzo, rispetto agli estremi degli atteggiamenti connessi a ciascuna virtù (coraggio= giusto mezzo tra viltà e temerarietà).

L'uomo è un animale politico
, quindi non può vivere fuori dalla società. Lo Stato deve promuovere la virtù e permettere a ciascuno di raggiungere la propria potenzialità.

Vivere secondo ragione
significa che la sapienza è la virtù più alta intesa in senso contemplativo e non attivo.