lunedì 24 dicembre 2012

20.Storia della pedagogia: FRIEDRICH FROBEL

Friedrich Wilhelm August Fröbel ( 1782-1852), pedagogista tedesco, ha una concezione romantica della natura, come divina e come realizzazione dello spirito.L’educazione deve sviluppare il divino che è nell’uomo, facendo chiarezza su sé, portando alla pace e all’unione con Dio.

Il gioco è estremamente importante, è infatti il modo in cui si esprime il bambino.


La madre è la prima educatrice, il modello materno riguarderà anche la maestra
 ( giocosità, attenzione, semplicità).
L’infanzia è paragonata a una pianta che può crescere liberamente e secondo natura, accudita da maestre giardiniere in un ambiente educativo che ripropone la serenità degli spazi domestici; si utilizzeranno materiali pensati per scopi pedagogici, con un giardino in cui il bambino lavorerà il proprio pezzetto di terra, in comune con gli altri.


L’educatore deve mediare tra allievo e natura interiore e natura esteriore, per cogliere l’unità col tutto; non deve prescrivere, ma aiutare, assecondare, lasciar fare.


Il gioco va assecondato, osservato e favorito. Il bambino lo considera un vero lavoro e proprio attraverso di esso si deve sviluppare il linguaggio, il disegno e la logica
Poi il disegno, la poesia, canto e creazione di oggetti sempre sotto il segno della SPONTANEITA’.
La continuità tra gioco e apprendimento è data dai DONI, sono oggetti con caratteristiche cognitive e metafisiche, per esempio:
-la palla è simbolo di infinito e serve per esercitare mano, dita, occhio.
-la sfera o il cubo per i contrasti e le conciliazioni.
-il cubo suddiviso in 8 cubetti, in 8 mattoncini o in 27 cubetti per la matematica e per le costruzioni.


19.Storia della pedagogia: ROMANTICISMO

IDEALISMO TEDESCO

Johann Gottlieb Fichte (1762-1814) 
L’uomo deve superare la sua individualità, la contingenza della sua esistenza materiale.
I Dotti, depositari della dottrina riguardante i bisogni degli uomini, devono porsi al servizio del perfezionamento collettivo indicando il cammino attraverso la cultura.
Secondo Fichte l'educazione deve formare tutto l'uomo e tutti gli uomini, deve essere un'educazione nazionale tedesca, senza distinzione di classe. I due principi fondamentali sono:
  1. La volontà non va lasciata libera, ma formata sviluppando alti e amati ideali ( non ci dev' essere spontaneità, ma dovere).
  2. Tutta l'educazione si baserà sull'attività, creando nuovi ideali, non imitando gli adulti che hanno portato la Germani a alla rovina
Ci deve essere un’educazione nazionale tedesca senza distinzione di classe.
Egli ipotizza dei collegi di lavoro e di studio affinché il giovane apprenda l’obbedienza alle leggi, il lavoro e il sacrificio.
Il compito dell’educazione spetta allo Stato, uno Stato etico guidato dai dotti.
 Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831)




Lo Stato incarna la suprema razionalità della storia.
L’educazione svolge la funzione di conservare l’identità nazionale attraverso la cultura.
Rifiuta la pedagogia del gioco che abbassa l’educatore alla mentalità infantile, invece che sollevare gli scolari alla serietà delle cose.
Secondo Hegel il singolo individuo deve ripercorrere i gradi di formazione dello spirito universale attraverso la cultura e le istituzioni del proprio popolo, che gli assicurano identità e appartenenza.


18.Storia della pedagogia: ALTRI ILLUMINISTI

 
 



Immanuel Kant (1724-1804)
Essendo spinto verso lo sviluppo dell’autonomia intellettuale, l’uomo ha bisogno della ragione per tracciare il piano della sua condotta.
L’educazione procede su un cammino di generazione in generazione, verso mete sempre più alte, verso nuovi sviluppi e conoscenze.
Lo scopo dell’educazione è la libertà e l’uso corretto della ragione; l’educatore dovrà mantenere un comportamento sempre razionale e coerente.
La ragione è legata al fare e alla morale.
Proibiti i romanzi che distraggono la memoria.


Claude-Adrien Helvetius (1715-1771)
Scopo dell’educazione è la felicità.
La Chiesa e il suo monopolio sull’educazione blocca questo sviluppo, occorre che lo Stato intervenga con scuole obbligatorie.

Denis Diderot (1713-1784)
Critica l’educazione tradizionale che non forma il cittadino. La scuola va affidata allo Stato e deve essere obbligatoria.
L’istruzione sotto Napoleone è fortemente accentrata e controllata, la formazione medio superiore segue il modello umanista. Vengono imposti esami e programmi uniformi.

Gaetano Filangeri (1752-1786)
 Prevede curricoli separati dei cittadini in due classi:
-Per la prima classe prevede che venga scelto un custode col compito di dirigere i bambini.
-Per la seconda classe (a pagamento) ci sarà un’educazione di alto livello culturale.


  


17.Storia della pedagogia: ROUSSEAU

J Jean-Jacques Rousseau nasce nel 1712 a Ginevra, viaggia per tutta Europa e scrive “Il discorso sulle scienze e sulle arti” che lo rende celebre. Ma la sua opera pedagogica più importante èEmilio . Questa opera è un riflessione sulla natura dell’uomo, sulle caratteristiche negative della sua condizione sociale e i mezzi per porvi rimedio. Rousseau crede nella nella possibilità della rifondazione della società stessa, riscoprendo l’originaria bontà umana, liberandola dalla gerarchia sociale.
Secondo il pensiero di Rousseau i concetti natura e società sono contrapposti, come sono contrapposti la ragione e il sentimento. Il pensiero filosofico di Rousseau segue il concetto di educare secondo natura, rispettando le varie fasi dello sviluppo psicologico dell'allievo.
Nell'Emilio, egli formula una serie di problemi sull'educazione e sul fanciullo, al fine di rispettarne il pieno e naturale sviluppo. I punti principali del suo pensiero educativo:
  • Il fanciullo deve vivere la sua età da fanciullo e il maestro deve adattarsi al suo mondo.
  • Devono esserci tre maestri di vita che accompagnano il fanciullo verso la maturità: la natura, gli uomini e le cose.
  • I contributi di questi tre maestri devono essere armonici, ma solo del potere degli uomini siamo padroni, di quello delle cose solo parzialmente. Bisogna avvicinare questi due poteri a quello naturale. Quest'ultima è l'unica forza che rende l'uomo buono.
  • L'educazione naturale dura 25 anni, dalla nascita, affidato alla madre, poi a un precettore ( il padre).

LE TAPPE DEL FANCIULLO:
  • I primi tre anni: l'esperienza è la prima matrice e il bambino già impara a parlare. Bisogna fare attenzione alle cattive abitudini. Infatti bisogna fare camminare molto il bambino, bisogna non abituarlo a comandare gli altri, deve essere libero e capace di far uso delle proprie forze.
  • Fino a 12 anni: l'esperienza è incentrata sulle emozioni e sui sentimenti di dolore o di piacere. A quest'età si deve educare il ragazzo naturalmente e non inculcando norme senza fondamento.
  • Dai 12 ai 15 anni: il ragazzo indirizza la curiosità esplorando l'ambiente con le sue forze.
  • Dai 15 ai 20 anni: il ragazzo ( in questo caso Emilio) comprende l'esistenza degli altri uomini. Dovrà essere educato al sentimento, alla morale, alla religione e all'estetica.
Una scena del film Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki

16.Storia della pedagogia: l'ILLUMINISMO E LOCKE

L’Illuminismo si basa sulla fiducia nella ragione che contrasta il buio dell’ignoranza. Gli elementi base di questa corrente sono la tolleranza, lo spirito critico, il progresso e la Ragione come guida dell'uomo contro l'oscurità e l'ignoranza
Grazie all’Illuminismo nasce una nuova pedagogia laica, razionale e scientifica.
Due degli esponenti più importanti dell’Illuminismo sono Locke e Rousseau.

JOHN LOCKE
(  1632 –1704)
  
Filosofo e fisico britannico della seconda metà del Seicento, nasce nel 1632 da una famiglia puritana, si interessa agli studi classici ma decide di intraprendere una carriera politica. Secondo Locke la società deve essere finalizzata al godimento e alla tutela dei diritti individuali e le leggi devono essere coerenti con il diritto naturale. Ma in realtà solo l’educazione può consentire il pieno godimento dei diritti e il dispiegarsi delle potenzialità.
Locke vuole fornire all’allievo ciò che serve per la sua vita terrena e afferma che la mente umana sia costituita da potenzialità. Secondo questo pensatore le idee semplici, derivate dall’esperienza interna e esterna, vengono elaborate per produrre ulteriore conoscenza.

Il fanciullo deve essere osservato, quando non è consapevole, per capirne la psicologia e la natura.
Locke afferma che l’educazione deve avvenire in famiglia, sotto la guida del padre e di un precettore.

Il precettore deve avere cultura e esperienza di vita, deve diventare la guida del ragazzo e sottometterlo. Questo individuo deve risvegliare nel ragazzo la razionalità e l’autovalutazione attraverso il dialogo. Il fine ultimo dell’educazione è L’AUTODOMINIO che deve essere accompagnato da civiltà e saggezza.