venerdì 8 novembre 2013

21.Storia della pedagogia: PESTALOZZI

Johann Heinrich Pestalozzi nasce a Zurigo nel 1746 e muore nel 1827.
Animato da ideali sociali, dà vita all’esperimento di “ Neuhof ” nel 1768, una fattoria edificata sui propri terreni.
Dopo due anni la trasforma in una colonia agricola per orfani, ma l’iniziativa fallisce nel 1779 .
In seguito scrive molte opere pedagogiche e alcuni romanzi. Al formarsi della Repubblica Elvetica, viene chiamato a dirigere l’orfanotrofio di Stans che in seguito venne chiuso.
A Burgdorf insegna ed elabora il suo metodo con successo internazionale e successivamente inizia il suo più famoso esperimento ( 1805-1824) a Yverdon che , a causa delle difficoltà, delle critiche e delle tensioni tra i collaboratori verrà chiuso.

Lo scopo dell’opera di Pestalozzi è l’educazione popolare che permetterebbe l’emancipazione dei poveri, la giustizia sociale e il perfezionamento morale.
Pestalozzi, riprendendo Rousseau, ritiene che l’educazione deve essere naturale, cioè basata sulla conoscenza delle leggi della natura spirituale dell’uomo e sull’offerta di condizioni adatte al suo sviluppo.
Dallo stato di natura dominato dall’egoismo, l’uomo passa allo stato sociale, dove però ancora esiste la lotta tra l’individui, ma l’individuo può armonizzarsi con gli altri e sviluppare la moralità. Ciò è possibile grazie all’educazione, allo Stato e alle istituzioni.

Le idee di Pestalozzi vengono espresse nei libri sulle vicende di “Leonardo e Geltrude”: l’intima bontà umana; la figura femminile come simbolo della famiglia e dell’educazione; la necessità di uno Stato educatore.
La spiritualità si esprime attraverso tre forze: il cuore (moralità), l’intelletto (conoscenza), l’arte (l’attività pratica). Occorre comprendere le modalità di sviluppo della conoscenza umana, alla cui base sta l’intuizione.
Il metodo di Pestalozzi prevede: la chiarezza dei primi elementi;
individuazione dell’essenzialità di un insegnamento;
1)iniziare presto e con semplicità;
2)la naturalità e la coerenza con lo sviluppo;
3)l’organicità e la gradualità;
4) la vicinanza all’esperienza del fanciullo;
5)la continuità tra famiglia e scuola.

L’educazione del cuore è anche educazione alla fede in Dio e amore per altri uomini.
La conoscenza partirà dalle cose della realtà, attraverso la distinzione di numero, di forma e nome, da cui poi derivano la matematica, la geometria e la lingua.
L’attività pratica comprende la falegnameria, il giardinaggio, la tipografia.

In conclusione il metodo rivela in pratica una tendenza a irrigidirsi, a soffocare la naturalità e la spontaneità. Inoltre le difficoltà di gestione della scuola, porta Pestalozzi al fallimento delle sue iniziative e a un ripensamento verso un rifiuto di ogni applicazione schematica e rigida dei metodi didattici e un riconoscimento dell’importanza del linguaggio come viva espressione personale nel discorso.