martedì 20 dicembre 2011

11.Storia della pedagogia: ROMA

Il fine dell’ educazione romana delle origini era il rispetto della 
tradizione e dei costumi del mos maiorum, contenuti  nelle leggi delle 12 Tavole.
Questo sistema entrò in crisi dal 3° secolo quando Roma entrò in contatto con la Grecia e si creò una nuova mentalità, legata alla nuova condizione dello stato romano.
Nasce quindi a Roma un sistema scolastico di tipo ellenistico, simile a quello greco.
La formazione dell’ impero spingerà poi alla creazione di un complesso sistema di scuole al fine di formare i funzionari.
I principi del mos maiorum sono la pietas (rispetto per gli dei), la constantia ( fermezza d’ animo), la gravitas (dignità ), il lavoro, la frugalità e l’ austerità.
Il centro dell’ educazione romana delle origini è il “ focolare domestico”; in cui la madre è la prima educatrice.
A  7 anni avviene l’ educazione vera e propria sotto l'autorità paterna dove il figlio accompagna il padre nelle funzioni civili e militari.
A 11 anni il giovane entra nella vita sociale.
A 14 anni indossa la toga virile, seguita poi dal  “tirocinium fori” e infine dagli obblighi militari.

Le due posizioni nei confronti della cultura greca possono essere riassunti nelle figure di Marco Catone e Marco Tullio Cicerone.


Marco Catone (234-149 a.C.)"Ad Marcum filium"
Difende l’ educazione tradizionale, l'oratore ideale deve essere “vir bonus dicendi peritus”: ponendo a un grado superiore le qualita morali (bonus) sulla perizia tecnica (peritus).
Nonostante i richiami di Catone, i giovani aristocratici ricevevano la formazione da insegnanti privati greci ( paidagogos)


Marco Tullio Cicerone ( 106-43 a.C.)
Riconosce l’ importanza della cultura greca; nel "De Oratore" cerca di unire la mos maiorum con la nuova cultura.
L'Oratore come la figura umana nel suo più alto grado di formazione politica e culturale, che unisce erudizione e senso etico.
Doti dell'oratore: diligenza, costanza, formazione enciclopedica ( letteratura diritto, filosofia), capacità innate dell'uso della parola e di pensiero.
HUMANITAS: formazione capace di esaltare al massimo la natura umana e capace di realizzare l'autentica umanità attraverso l'educazione  politica e interiore.

Altra figura importante  è Marco Fabio Quintiliano (34/40-96).
Nell' "Institutio Oratoria" descrive l' Oratore come il grado più alto a cui può giungere l'uomo: moralmente irreprensibile, colto, ottimo parlatore, vero uomo di Stato.
"Institutio Oratoria": un opera in 12 libri dedicato alla formazione degli insegnanti; contiene insegnamenti sulla tecnica oratoria e problemi di pedagogia generale e didattica.
L' istruzione deve essere avviata precocemente, simultaneamente su materie diverse; sostiene la scuola pubblica perchè stimola gli allievi a interagire con altre persone.
L'insegnante deve essere preparato e moralmente irreprensibile, userà l'incoraggiamento e l'esempio, sviluppando attività piacevoli, individualizzando l'insegnamento, attivando lo studente che così imparerà facendo.

Figura a parte  e molto complessa è quella di Lucio Anneo Seneca.
Nelle "Lettere a Lucilio" descrive  i suoi principi educativi: l'educazione  è autoeducazione interiore, esame critico di se stessi al fine di raggiungere l'autocontrollo. Contano molto l'esempio, la riflessione personale e il dialogo per poter giungere alla vera  sapienza filosofica.

ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA A ROMA
Nella scuola primaria si insegnava l’ alfabetizzazione culturale: leggere, scrivere e contare.
A 7 anni l’ alunno è accompagnato nella scuola dal pedagogo e all'interno dell'ambiente scolastico egli utilizza una tavoletta incerata mentre il magister ha il compito d'insegnare.
Nella scuola secondaria all'età di 12 anni vengono insegnate musica, astronomia, letteratura, oratoria, medicina e architettura.
La scuola superiore era una scuola di retorica sul modello stabilito da Cicerone.
All'interno di questa vi era una formazione tecnico professionale per gli schiavi, i liberti, gli artigiani, i sacerdoti e i soldati ( collegium )