martedì 20 dicembre 2011

12.Storia della pedagogia: LA PEDAGOGIA CRISTIANA

La pedagogia cristiana si prefigge, come fine dell'educazione, la SALVEZZA DELL'ANIMA.
Ciò è possibile solo nell'interiorità del singolo, che deve seguire l'esempio di Cristo per poter ricevere la grazia.
L'educazione, quindi anche la salvezza, è un percorso senza fine, un impegno totale per il quale le forze del singolo non bastano. L'educazione è rivolta a tutti ed inizia in famiglia, il luogo educante. La pedagogia cristiana porta alla formazione di scuole superiori di teologia. I massimi esponenti della pedagogia cristiana sono:

 CLEMENTE ALESSANDRINO (150-215 d.C): sosteneva che le discipline ellenistiche erano propedeutiche alla religione.
 











GIOVANNI CRISOSTOMO (344-407 d.C.): Sosteneva che la formazione etica-religiosa prevale su quella umanistica-letteraria. 











 SAN GIROLAMO: sosteneva che la pratica educativa è legata all'ascetismo e al rifiuto delle tentazioni e della cultura greca.










SANT'AGOSTINO (354-430): sosteneva che il fine dello studio delle arti di trivio e quadrivio è la filosofia, che ha come oggetto l'uomo e Dio. La verità, secondo Agostino, è preesistente e abita in noi; il vero maestro è insito nell'interiorità e la solo la Parola può stimolare il lume nella ricerca.

IL MONACHESIMO
Il termine, deriva da “MONOS”(solo). Questa corrente si sviluppa nel 300 d.C. Il monachesimo predilige la vita associata, comune, detta CENOBITISMO con lo scopo di imitare cristo.
Questa corrente religiosa prevede l'astinenza, il sacrificio, le regole comuni. Nei monasteri si detiene il sapere, che in occidente rischiava di andare perso a causa dello stato di barbarie in cui era caduto. San benedetto stabilisce una regola, dove definisce una scuola che possa accogliere i fanciulli e i novizi in monastero. La lettura,inoltre, è finalizzata solo allo studio della Bibbia.

L'ETA' CAROLINGIA

In questo periodo si verifica la restaurazione dell'imperium con il conseguente impegno culturale. Si verifica inoltre la formazione di un clero colto e di buoni funzionari che presiedono la scuola di palazzo, istituita per i nobili (scuola palatina). Il modello educativo più rilevante del periodo è quello di Alcuino.
Questo prevede un'istruzione di base, seguita da un secondo livello (arti liberali) e un livello superiore (sacre scritture). Viene inoltre prescritta l'educazione e l'istruzione in ogni monastero o sede vescovile. L'educazione del popolo consiste nella sua evangelizzazione e a spingerlo all'obbedienza. Vi è quindi la scomparsa dell'insegnamento laico.

LA SCOLASTICA



S.Tommaso

Si sviluppa a partire dal XI secolo e riprende l'elaborazione razionale della fede. In questo periodo inizia la filosofia delle scuole cristiane che culmina con Tommaso d'Aquino.
Tommaso d'Aquino tenta una sintesi tra aristotelismo e cristianesimo. Sostiene che la conoscenza è un processo che avviene per gradi e deve essere seguita dal maestro, anche se si può imparare da sé.

Le scuole monastiche si specializzano in studi superiori, diventando anche centro di produzione di cultura.

Il curricolo della pedagogia scolastica prevede le 7 arti liberali, la filosofia e la teologia. In questo periodo nasce la disputa tra le varie scuole sul problema del rapporto ragione-fede,quindi,tra dialettica e teologia. L'attività didattica si compone di una lectio (lettura di un testo) e di una disputatio (esame di un problema posto dal maestro). Alle università, ora, partecipano anche i laici, che svolgono mansioni di tipo professionale e burocratico.

 Nasce la figura del cavaliere, che riceve una formazione aristocratica sulla base dell'ideale cavalleresco (coraggio,onore,abilità guerresca,eleganza,bellezza). Il cavaliere diventa difensore della chiese, dei poveri e dei deboli. Il curriculum del cavaliere prevede fino a 7 anni che il giovane sia un paggio, a 15 diventa scudiero e a 20 cavaliere.