Nel Seicento solo le accademie riescono ad offrire una formazione completa; infatti le scuole delle chiese protestanti insegnano solo i rudimenti della lettura e della scrittura, mancano di una vera organizzazione e di un metodo preciso, inoltre i maestri presentano una scarsa preparazione pedagogica.
Jan Amos Komensky (1592-1670) nasce in Boemia durante la guerra dei trent’anni, in seguito si stabilisce in Polonia e diviene famoso per i suoi scritti.
Viene invitato a trasferirsi in numerose nazioni europee; in seguito ai vari avvenimenti della guerra dei trent’anni si trasferisce infine ad Amsterdam.
Viene invitato a trasferirsi in numerose nazioni europee; in seguito ai vari avvenimenti della guerra dei trent’anni si trasferisce infine ad Amsterdam.
Il suo ideale pedagogico si basa sulla diffusione universale del sapere, per una società fondata sulla pace, la bontà, la fede e la fratellanza.
Egli rifiuta la scuola obsoleta fondata sugli studi classici, perché ritiene sia inutile per esercitare una professione; pensa che la scuola debba essere di tutti, debba essere considerata un’opera globale di rinnovamento per insegnare tutto a tutti, in modo breve e piacevole (filosofia, politica, religione).
Egli rifiuta la scuola obsoleta fondata sugli studi classici, perché ritiene sia inutile per esercitare una professione; pensa che la scuola debba essere di tutti, debba essere considerata un’opera globale di rinnovamento per insegnare tutto a tutti, in modo breve e piacevole (filosofia, politica, religione).
Jan Amos Komensky considera tutta la vita come una sorta di scuola. L’opera dell’insegnante deve tendere a realizzare tutta la sublimità insita nell’essere umano: come creatura razionale (istruzione); padrone di sé e del mondo (virtù); rappresentante del creatore (religione). Quindi l’educazione deve spettare ai genitori, ai governanti, ai religiosi. Siccome le scuole servono al sapere, alla virtù e alla religione ne deve andare accresciuto il numero, devono essere accessibili a tutti e anche alle donne.
L’educazione del ragazzo deve differenziarsi in base ai quattro gradi si sviluppo: l’infanzia, la puerizia, l’adolescenza e la giovinezza. Quindi le quattro scuole in base ai gradi sono: la scuola materna, l’istituto letterario, la scuola di latino e l’accademia. Ognuna deve durare 6 anni, i primi due gradi devono essere per tutti e in seguito coloro che rivelano delle doti pratiche vengono indirizzati ad un mestiere. Non sono insegnate discipline e argomenti diversi nei vari gradi d’istruzione, ma le stesse cose in modo diverso, in base all’età e la preparazione.
- La scuola materna: l’educazione di questa fase inizia dalla nascita, in casa con i genitori, che provvedono alle prime nozioni e educano e bambini a riconoscere e osservare gli oggetti.
- La scuola di lingua nazionale: è destinata a tutti i bambini di 6 anni; in questa fase si insegnano la lettura, la scrittura, il disegno, il canto, la misurazione e la religione. Tutte le materie sono insegnate in modo completo e attraente.
- Ginnasio:è una scuola in cui si sviluppa l'intelletto. Le materie fondamentali sono la grammatica, la dialettica, le scienze. È una scuola destinata ai giovani che non hanno intenzione di intraprendere qualunque lavoro manuale. Il latino, in questa fase, diventa un accessorio ma non deve essere considerata una finalità.
- Le accademie: sono dedicate agli insegnanti e alle guide e il luogo favorito dove tenere le lezioni è la biblioteca. Sono delle società di dotti dediti alla ricerca e alla diffusione del sapere.
In seguito Comenio proporrà tre scuole in base alla fascia d'età:
- la “scuola del grembo materno” ,una specie di consultorio.
- la "scuola della virilità" dedicata agli adulti.
- la "scuola della vecchiaia", dedita alla preparazione alla morte.
Il metodo delle varie discipline deve essere comune: l’universalità, la semplicità, spontaneità, gradualità, ciclicità, i fondamenti di tutto il sapere, argomenti utili, collegamenti fra i nuovi pensieri e quelli ormai radicati, molti esercizi, come finalità l’apertura della mente all’intelletto. Per quanto riguarda l’universalità prevale la pansofia cioè tutto a tutti. La semplicità in quanto la conoscenza inizia con i sensi, con l’esperienza diretta “ tutto venga presentato a tutti i sensi possibili” .
La gradualità poiché la crescita dell’alunno deve avvenire passo per passo. Tutti gli argomenti devono essere organizzati, progredendo metodicamente, in sequenza logiche, dal semplice al complesso.
Ciclicità in quanto i contenuti devono essere diversificati a seconda delle età. Si devono insegnare le stesse cose ma con superiore gradi di difficoltà.