Johann
Heinrich Pestalozzi nasce a Zurigo nel 1746 e muore nel 1827.
Animato
da ideali sociali, dà vita all’esperimento di “ Neuhof ” nel
1768, una fattoria edificata sui propri terreni.
In
seguito scrive molte opere pedagogiche e alcuni romanzi. Al formarsi
della Repubblica Elvetica, viene chiamato a dirigere l’orfanotrofio
di Stans che in seguito venne chiuso.
A
Burgdorf insegna ed elabora il suo metodo con successo internazionale
e successivamente inizia il suo più famoso esperimento ( 1805-1824)
a Yverdon che , a causa delle difficoltà, delle critiche e delle
tensioni tra i collaboratori verrà chiuso.
Lo
scopo dell’opera di Pestalozzi è l’educazione popolare che
permetterebbe l’emancipazione dei poveri, la giustizia sociale e
il perfezionamento morale.
Pestalozzi,
riprendendo Rousseau, ritiene che l’educazione deve essere
naturale, cioè basata sulla conoscenza delle leggi della natura
spirituale dell’uomo e sull’offerta di condizioni adatte al suo
sviluppo.
Dallo
stato di natura dominato dall’egoismo, l’uomo passa allo stato
sociale, dove però ancora esiste la lotta tra l’individui, ma
l’individuo può armonizzarsi con gli altri e sviluppare la
moralità. Ciò è possibile grazie all’educazione, allo Stato e
alle istituzioni.
Le
idee di Pestalozzi vengono espresse nei libri sulle vicende di
“Leonardo e Geltrude”: l’intima bontà umana; la figura
femminile come simbolo della famiglia e dell’educazione; la
necessità di uno Stato educatore.
La
spiritualità si esprime attraverso tre forze: il cuore (moralità),
l’intelletto (conoscenza), l’arte (l’attività pratica).
Occorre comprendere le modalità di sviluppo della conoscenza umana,
alla cui base sta l’intuizione.
Il
metodo di Pestalozzi prevede: la chiarezza dei primi elementi;
individuazione
dell’essenzialità di un insegnamento;
1)iniziare
presto e con semplicità;
2)la
naturalità e la coerenza con lo sviluppo;
4)
la vicinanza all’esperienza del fanciullo;
5)la
continuità tra famiglia e scuola.
L’educazione
del cuore è anche educazione alla fede in Dio e amore per altri
uomini.
La
conoscenza partirà dalle cose della realtà, attraverso la
distinzione di numero, di forma e nome, da cui poi derivano la
matematica, la geometria e la lingua.
L’attività
pratica comprende la falegnameria, il giardinaggio, la tipografia.
In
conclusione il metodo rivela in pratica una tendenza a irrigidirsi, a
soffocare la naturalità e la spontaneità. Inoltre le difficoltà di
gestione della scuola, porta Pestalozzi al fallimento delle sue
iniziative e a un ripensamento verso un rifiuto di ogni applicazione
schematica e rigida dei metodi didattici e un riconoscimento
dell’importanza del linguaggio come viva espressione personale nel
discorso.